
Saranno dieci anni che questa espressione puntualmente ricorre.
“C’è la crisi economica.”
“C’è la crisi del settore musicale.”
“C’è il COVID.”
“C’è la guerra.” (Mai avrei pensato di sentire queste parole)
Viviamo in una stato di emergenza perenne.
Ma lascia che ti racconti una storia.
Un giorno l’asino di un contadino cadde in un pozzo.
Non si era fatto male, ma non poteva più uscire.
Il povero animale continuò a ragliare per ore e ore e il contadino, straziato dai lamenti dell’asino, cercò in tutti i modi di tirarlo fuori.
Dopo inutili tentativi, si rassegnò e prese una decisione crudele.Poiché l’asino era ormai molto vecchio e non serviva più a nulla e poiché il pozzo era ormai secco e in qualche modo bisognava chiuderlo, chiese aiuto agli altri contadini del villaggio per ricoprire di terra il pozzo.
Il povero asino imprigionato, al rumore delle palate e alle zolle di terra che gli piovevano dal cielo capì le intenzioni degli esseri umani e scoppiò in un pianto irrefrenabile.
Poi, con gran sorpresa di tutti, dopo un certo numero di palate di terra, l’asino si zittì.
Passò del tempo, nessuno aveva il coraggio di guardare nel pozzo mentre continuavano a gettare la terra.
Finalmente il contadino guardò nel pozzo e rimase sorpreso per quello che vide:
l’asino si scrollava dalla groppa ogni palata di terra che gli buttavano addosso, e ci saliva sopra.
Man mano che i contadini gettavano le zolle di terra, saliva sempre di più e si avvicinava al bordo del pozzo.
Zolla dopo zolla, gradino dopo gradino l’asino riuscì ad uscire dal pozzo con un balzo e cominciò a trottare felice.
Come l’asino, viviamo in una stato di emergenza e attenzione:
lungi da me sminuire la gravità di certe situazioni.
Mi basta pensare al pastrocchio politico in cui è immersa l’Italia che a volte mi passa la voglia di accendere il computer.
Ma questo è il punto: scegliere cosa PENSARE è il punto.
Siamo abituati a vivere passivamente i nostri pensieri, a lasciare che siano “pilotati” dagli stimoli che riceviamo, dai social media, dalla televisione.
Non mi stupisce che gran parte delle persone è immobile e si lamenta: è abituata a SENTIRSI in crisi, perché le arrivano addosso palate di negatività, esattamente come all’asino arrivano palate di terra assassina.
Dobbiamo imparare a difenderci dalla negatività, il che non significa ignorare i problemi.
Significa SCEGLIERE di concentrarsi sulle soluzioni.
Come fece l’asino.
Come ogni settimana, se volete, parliamone in call di gruppo.