
Non conta quanto talento o quanti privilegi hai, nella vita 3 cose sono certe:
- la morte;
- le tasse;
- il fatto che fallirai.
Eh si cara o caro mia: avrai problemi, e prima o poi, fallirai.
Qualcuno ti dirà di no. Farai dei tentativi e fallirai di brutto. Avrai dei momenti in cui penserai di essere completamente inadeguato.
E quindi, siccome il fallimento è universale, perché ci sono persone che si rialzano ed altre che si arrendono?
Più che mai la questione è applicabile ai musicisti: perché ci sono degli artisti che ce la fanno ed altri che abbracciano subito il piano B (magari con gioia, eh, ci mancherebbe)?
Potremmo parlare a lungo di cosa voglia dire “artisti che ce la fanno”, ma non è lo scopo di questo articolo: è invece lo scopo del seguente video, che ti invito a guardare DOPO aver letto l’articolo (se lo fai prima me ne accorgo).
E quindi, perché c’è chi va avanti e chi si arrende?
Facciamocelo dire da Angela.
Chi è angela duckworth?
Angela Duckworth è una psicologa e una “TED speaker” dell’università della Pennsylvania, che ha scritto la “bibbia della perseveranza” (lettura che ti consiglio).
Recentemente, nel blog di TED le è stato chiesto di spiegare cosa separa chi si arrende da chi rimane in carreggiata: e lei ha riportato tutto ad una singola parola.
Hai passato il rubicone?
Sicuramente alcuni di noi partono da situazioni di partenza più avvantaggiate, tipo essere figli d’arte (anche se è da vedere che sia un vantaggio) oppure chi ha un talento innato straordinario e il suo primo vagito è stato “endaiiiiiiiiiii” di Whitney Houston… è chiaro quindi che il contesto AIUTA od OSTACOLA e chi ha meno distanza da fare arriva prima.
Ma c’è un ma. Anzi c’è il Mindset.
Angela ricorda quanto il mindset giochi un ruolo fondamentale nel determinare se qualcuno ha grinta oppure se gratta la ricotta.
La differenza tra avere grinta ed arrendersi, scrive Angela, dipende dal fatto che una persona abbia o meno “passato il Rubicone”.
Conosci il modo di dire?
Questa frase viene da un evento storico accaduto nel 49 a.C. che vide protagonista Giulio Cesare
Quest’ ultimo infatti giunse al confine tra la Gallia cisalpina e l’Italia propriamente detta, che combaciava con le rive del fiume Rubicone, e decise di attraversarlo SENZA l’autorizzazione del Senato.
Cesare non attese l’autorizzazione, che tardava ad arrivare, e decise di attraversare il fiume agendo di propria volontà e infrangendo perciò la legge.
Non c’era possibilità di cambiare idea, il “dado era tratto”.
Le uniche opzioni rimaste erano vittoria o morte.
“Passare il Rubicone” significa quindi prender partito, fare un gesto decisivo che impegna a una determinata linea di condotta, proprio come fece Cesare attraversando il fiume contro il volere del senato romano.
“Gabriele un tantino esagerata come cosa, qui noi mica rischiamo la vita.”
È questo il problema secondo me: dei nostri sogni non ne facciamo ABBASTANZA una questione di vita o di morte.
È vero, nessuno ti condannerà a morte se non raggiungi i tuoi obiettivi e potrai un giorno raccontarti la favola per cui semplicemente la carriera d’artista non faceva per te.
Ma Angela Duckworth insiste e dice che, per avere il massimo della grinta, devi metaforicamente “passare il Rubicone”, impegnarti nel tuo sogno al 100%, andare “all in”.
Lei scrive:
“Andare “all in” significa che ti impegni pienamente per raggiungere l’obiettivo. Non valuti più i pro e i contro dei tuoi sogni. Invece, cerchi di camire COME farli diventare realtà.”
E quindi ci siamo.
La parola magica
Quelli che passano il Rubicone non si chiedono più SE raggiungeranno i loro obiettivi ma sono completamente concentrati sul COME raggiungerli.
Cambiare anche soltanto quella singola parola fa tutta la differenza del mondo nel modificare i tuoi livelli di grinta e di energia.
“È un sogno o un progetto?”
Lo sappiamo, quello del musicista è un viaggio faticoso, difficile, incasinato.
E quindi come si fa a non arrendersi mai?
Concentrandosi completamente sul “come”, sul PROCESSO, innamorandosi del processo necessario per raggiungere i tuoi obiettivi, a prescindere che siano o meno “giusti”, smettendola di chiedersi se siano giusti oppure no.
È una modifica sottile del modo in cui parliamo a noi stessi, del linguaggio con cui descriviamo i fallimenti, che smettono di essere tali se diamo più importanza al viaggio che alla meta.
Significa concentrarsi sulle azioni concrete che puoi fare tutti i giorni per avanzare e progredire, senza mettere continuamente in dubbio la destinazione, non ha più senso farlo, perché ormai hai passato il Rubicone e non puoi più tornare indietro.
Ciò non significa non avere dubbi.
Tutti hanno dubbi.
La differenza la fa come reagisci ai dubbi.
Chi si arrende mette in dubbio le proprie abilita e i propri obiettivi.
Chi si rialza lo fa perché sa di avere passato il Rubicone e torna subito a concentrarsi sui prossimi passi da fare.